Le nostre lezioni
Lezione di Gruppo
Si tratta di lezioni per piccoli gruppi, in ambienti luminosi ed accoglienti. La lezione è di un’ora e trenta minuti ed è strutturata in modo che la mente ed il corpo possano beneficiare della pratica degli āsana (le posture) inserite in sequenze che seguono delle precise logiche e comprendono le pratiche di respiro, di rilassamento, meditazione e condivisione. Per citare un tipo di logica di costruzione di una sequenza, le posture scelte permettono al corpo di muoversi rispetto a tutti e tre i piani di movimento, frontale o coronale, sagittale e trasverso. Le posture vengono proposte con le varianti adatte agli allievi rispettandone i limiti, condotte con la voce così da osservare ed assistere ciascun allievo durante l’esecuzione degli āsana. La conduzione della pratica aiuta nell’esplorazione dei vari sistemi corporei: quello muscolo-scheletrico, viscerale, respiratorio, cardiaco, accompagnando l’allievo in entrata ed uscita dalla postura, frapponendo delle pause per sviluppare la presenza e facilitarne l’esperienza.
Le sequenze vengono riproposte per permettere la memorizzazione degli schemi corporei e consentirne la ripetizione nella propria abitazione in autonomia. A lezione però si introducono esperienze diverse rispetto alla pratica nel suo insieme o a specifiche āsana, in pratica la sequenza è sempre fresca e stimolante. Inoltre, le esperienze variano in base alla stagione e al momento della giornata in cui si svolge la pratica e gli effetti vengono percepiti dagli allievi.
Lara, un’allieva che non ha mai praticato yoga fino ad ora, e segue le lezioni del mattino e a volte anche quelle della sera ha detto: “È incredibile come le stesse posizioni abbiano su di me un effetto diverso fatte al mattino piuttosto che alla sera. Non lo avrei pensato possibile se non l’avessi provato. Non capisco da cosa dipenda esattamente, forse è la luce, l’ambiente, la temperatura, ma è un’altra cosa”.
Lara, le tue osservazioni sono tutte attinenti, infatti il momento della giornata è di per sé un cambiamento ed esserne parte seguendo i ritmi biologici fa si che l’ambiente esterno ed interno si armonizzino e il sistema neuroendocrino funzioni meglio. La conduzione della pratica è cambiata in alcune sfumature, alcune pratiche iniziali e conclusive sono state sostituite senza con questo stravolgere la sequenza ma modificandone l’effetto sul sistema nervoso.
Percorso “pronto per la connessione”
In un mondo dove accedere alla connessione è indispensabile per lavorare, studiare, aggiornarsi, divertirsi, comunicare, imparare a cucinare, è molto probabile ad un certo puntoscoprire di essere sprovvisti della connessione in assoluto più importante, senza la quale non siamo più noi a compiere le scelte fondamentali della nostra vita. È la connessione che si sottrae alla logica degli aggiornamenti perché il suo campo contiene già tutto quello che serve per soddisfare il bisogno primario di pace insito nell’essere umano. È la connessione con noi stessi, con quello che ci abita, con la parte intima e immutabile, con la nostra reale natura.
Attraverso pratiche somato-sensoriali si diventa più consapevoli del “superpotere” degli Âsana (le posizioni nella pratica dello yoga), cioè della capacità di sviluppare i nostri “muscoli” somato-sensoriali.
Quindi in Âsana impariamo a concentrarci nella nostra esperienza sensoriale che si integra a quella somatica per fare ora delle scelte basate sul proprio “percepito organizzato” libero da tutte le reazioni automatiche acquisite nel corso del tempo per attraversare lo spettro di risposte che portano dalla reattività alla responsività.
Più impariamo ad essere connessi con le nostre sensazioni, ovvero più ci apriamo ad accogliere le sensazioni che emergono e più accuratamente identifichiamo le nostre emozioni, impariamo ad attraversarle e a guidare la nostra risposta.
Questo percorso si basa su specifiche pratiche di yoga per fare esperienza delle fini regolazioni che il nostro sistema nervoso mette in atto durante il cambiamento per mantenere la stabilità dei sistemi fisiologici (conoscenza del proprio network neuro-endocrino) e migliorare la nostra adattabilità all’ambiente.
Responsività: in questo contesto si tratta di attivare una serie di risposte, come ad esempio di adattamento posturale, sganciate da abitudini di memoria e fondate piuttosto sul momento presente. Questo è reso possibile dall’intersecarsi del fenomeno dell’attenzione con quello dell’intenzione. Il beneficio di questo processo risiede nel diminuire la sofferenza che rappresenta il primum movens della pratica dello yoga.
Percorso “Sii il danzatore”
Come praticare a casa in autonomia e con costanza senza la presenza di un insegnante è il passo decisivo per tutti i praticanti di yoga, inclusi gli stessi insegnanti. Richiede una buona conoscenza delle proprie possibilità senza prendere come riferimento modelli non adeguati, la capacità di rispettare i propri limiti, di trovare delle soluzioni, di applicare un metodo per progredire ma specialmente per non abbandonare la pratica dopo l’entusiasmo iniziale ponendosi scopi e ambizioni a rischio elevato di fallimento.
Tutti i praticanti anche nei percorsi di gruppo vengono incoraggiati a farlo anche se per i più svariati motivi per alcuni di loro può risultare faticoso e richiedere più tempo.
Questo percorso è personalizzato e permette al praticante di sentirsi accompagnato e sostenuto nella sua pratica quotidiana che tiene conto di molti fattori personali e ambientali. Il contatto con l’insegnante viene mantenuto periodicamente e la frequenza ad una lezione di gruppo, se c’è la possibilità nel seguirla, rimane comunque una buona prassi.
Percorso “amico stress”
Alcune persone sono capaci di contrastare i sintomi dello stress prima che questi portino a disagio o a patologie in cronico per una loro naturale propensione e capacità di “spegnere velocemente l’incendio” riportando i sistemi in equilibrio e armonia. Queste persone riescono a staccare letteralmente la spina avendo appreso in modo più o meno inconsapevole le strategie per entrare in modalità relax.
La loro respirazione spontanea è addominale e profonda, il loro sonno è tranquillo e riposante. Probabilmente raccogliendo informazioni sul loro stato di salute attuale e pregresso, queste persone hanno in dotazione un Gut microbiota in equilibrio e la connessione lungo l’asse GBA (gut-brain axes, asse intestino-cervello), quindi tra il cervello cranico e quello addominale, non determina interazioni sfavorevoli per lo stato di salute della persona.
Purtroppo, tutti noi siamo sottoposti a sempre nuovi stimoli che aggiunti ai precedenti ci portano ad un sovraccarico di fattori stressanti (stressors). Ci sono poi alcune categorie di persone che per il lavoro che svolgono sono particolarmente soggette ad uno stress dannoso (distress) costante, ad esempio il personale sanitario, quello destinato alla sicurezza, gliinsegnanti, i manager ecc., ma c’è anche chi si deve occupare di molte attività contemporaneamente come la donna/mamma lavoratrice.
La cosa importante da sottolineare è che, come spesso accade, i piccoli ma importanti segnali che il corpo ci manda non vengono ascoltati, ci si adatta ad uno stato di simpatico-tonia più o meno costante fino a quando non compare un disturbo che non si può più trascurare.
Questo percorso è quello verso il quale incoraggio a partecipare più persone possibile. Non solo chi già si trova a fare i conti con stati d’ansia, nervosismo, infiammazione cronica silente, disturbi gastroenterici, disbiosi intestinale, diaframma contratto e respirazione toracica, ma tutti coloro che vogliono fare prevenzione per rientrare nel primo gruppo di persone con cui ho aperto la descrizione del percorso, il gruppo in cui il corpo e la mente sanno intuitivamente cosa fare per evitare l’accumulo e l’autosabotaggio.