Yogatrentadue, perchè?
PERCHÈ YOGATRENTADUE?
La Gheraṇḍa Saṁhitā, uno dei più importanti trattati dello yoga, al capitolo secondo, versetto uno, così recita: "le posture (āsana), in complesso, sono numerose come le specie viventi; ottomilioniquattrocentomila sono state esposte da Śiva".
Al versetto due prosegue: "ottantaquatto tra queste sono le principali, e trentadue, in questo mondo di esseri mortali, le propizie".
Dal versetto tre al versetto sei vengono quindi menzionate le trentadue posture che, in questo mondo di esseri mortali, donano la perfezione.
Trentadue è anche il numero di denti nella dentatura completa di un essere umano adulto. Della dentatura mi prendo cura da anni essendomi formata come igienista dentale.
In particolare, per la dentosofia ogni dente ha un contenuto archetipico ed è in relazione con gli altri organi e strutture del corpo.
Anche ciascuna postura, (āsana), rappresenta un archetipo, il cui contenuto nella pratica a poco a poco disvela la connessione tra micro e macrocosmo.
È interessante e curioso scoprire queste coincidenze anche numeriche e relazionarle alle mappature fatte nella bocca (denti e lingua) oltre a quelle più note in iridologia, riflessologia, auricoloterapia.
L’equilibrio della bocca influisce sulla postura e viceversa e tutto insieme si mette in relazione ad organi, apparati, sistemi che comunicano tra loro senza sosta e rispetto a questi ultimi il sistema nervoso distinto in simpatico e parasimpatico è il direttore d’orchestra del complesso corpo-mente durante i “cambi melodici” sottesi dalle emozioni.
Non sorprenderti quindi nel trovare all’interno del mio blog articoli con riferimenti anche alla letteratura scientifica riguardanti bocca e denti, sono parte dello studio e del lavoro della mia vita ma specialmente fanno parte della nostra esperienza corporea.
Inoltre, nel web potresti scoprire altre curiosità sul numero trentadue, dalla matematica alla numerologia e alla letteratura…
Da Treccani:
trentadue
Il numerale ricorre due volte nel Convivio, una per indicare il numero dei denti nell'uomo (I VII 9), l'altra, unito a dugento, quello delle miglia che misura il diametro di Mercurio, secondo che pone Alfagrano (II XIII 11).
Dal Convivio, Dante Alighieri
I VII 9. Ancora: è l’obedienza con misura e non dismisurata, quando al termine del comandamento va, e non più oltre: sì come la natura particolare è obediente a la universale, quando fa trentadue denti a l’uomo, e non più né meno; e quando fa cinque dita ne la mano, e non più né meno; e l’uomo è obediente a la giustizia quando fa quello, e non più né meno, che la giustizia comanda, al peccatore.
Namaste